di Sonia Gallico

Il delitto Miceli

Il regime fascista, utilizzando delatori, si infiltra nelle pieghe del tessuto sociale di questo piccolo ma vitale Paese al di là del Mediterraneo

 15,00

ISBN

9791259990143

pag

192

ISBN

9791259990143

pag

192

Una storia di ordinario fascismo in Tunisia

Il 20 settembre 1937 un gruppo numeroso di cadetti e marinai, scesi dai velieri Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo, della Marina Militare, ormeggiati nel porto della Goletta, fece irruzione nella sede del periodico antifascista l’italiano di tunisi, dove trovò solo Giuseppe Miceli, giovane militante di 26 anni, segretario del Circolo Garibaldi.

Dopo una violenta colluttazione, Giuseppe Miceli rimase ucciso e due marinai restarono feriti in modo non grave. La mortale azione repressiva, elogiata secondo le fonti dallo stesso Mussolini, sollevò grande clamore sia nell’opinione pubblica che sulla stampa locale e internazionale.

I funerali, svoltisi a Tunisi, videro una grandiosa e inattesa partecipazione di italiani, tunisini e francesi.

L’uccisione di Miceli segnò in modo indelebile la vita degli antifascisti della numerosa comunità italiana di Tunisia.

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