A Palermo nei primi decenni del Novecento, tra povertà e pregiudizi, lotte contadine, fascismo, guerra e stragi di mafia, tre donne fragili e coraggiose inventano il proprio percorso di libertà
Nella cornice del luglio 1943, all’ingresso degli alleati a Palermo, il romanzo ripercorre la storia di tre donne, che a partire dai primi anni del Novecento lottano per la sopravvivenza della famiglia e per restare fedeli alle proprie convinzioni.
Rosina, la figlia Sara e la nipote Mariuccia, ciascuna a suo modo, pensano e agiscono in modo inusuale rispetto alle convenzioni sociali del tempo.
Le loro vicende si intrecciano con quelle della Sicilia e del Paese: le lotte contadine, le stragi di mafia, la prima guerra, il fascismo e la seconda guerra mondiale.
Rosina, vedova e ridotta in povertà, si trasferisce a Palermo e apre una pensione per studenti, ma la sua attività le procura lo stigma di donna di dubbia reputazione. Un grande amore riempie per breve tempo la sua vita, mentre Sara subisce le conseguenze della povertà e dell’abuso. Nonostante le difficoltà, le perdite e la devastazione della dittatura e della guerra, entrambe vivranno in modo autentico e intenso.
La storia di Rosina e di Sara, affidata a Mariuccia dalla nonna, consentirà alla ragazza di scoprire aspetti inediti delle loro personalità e il senso del percorso di libertà che le viene tramandato.
Maria Grazia Giammarinaro, giurista, è Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Placido Rizzotto – FLAI CGIL e componente del PhD Board del Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova. È stata Giudice del Tribunale di Roma e ha ricoperto vari incarichi internazionali tra cui quello di Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla tratta di persone, in particolare donne e minori.
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