Il saggio tratta per la prima volta, in maniera organica e con un linguaggio semplice e divulgativo, dei commerci e della navigazione transatlantica degli antichi popoli del Mediterraneo.
A causa di consolidati preconcetti culturali si ritiene che l’Italia sia stata da sempre una sorta di “giardino dell’Eden” dove, per ragioni inspiegabili, si è concentrata la più alta biodiversità del Mediterraneo.
Ma non fu così.
La biodiversità della quale gode ancor oggi l’Italia fu “costruita” dai commercianti romani che importarono “piante aliene” da ogni dove, soprattutto dall’Estremo Oriente, e dal lavoro degli agricoltori che le acclimatarono e le coltivarono. Tra le numerosissime piante giunte in Italia in quel periodo molte, però, venivano dall’America.
La presenza di piante di origine americana è ampiamente comprovata da un gran numero di autori classici ed è ben raffigurata in affreschi, mosaici, bassorilievi e statue esposte nei musei di tutta Europa.
Il libro esamina una quarantina tra spezie, piante alimentari, medicinali e allucinogene che in epoca romana hanno attraversato gli oceani passando da un continente all’altro.
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