“Libertatem quam peperere maiores digne studeat servare posteritas”
Da quando il Covid 19 è approdato in Occidente, all’inizio degli anni venti, sembra quasi che i Cavalieri dell’Apocalisse, dopo un lungo sonno, abbiano ripreso il loro galoppo.
Nulla ci viene risparmiato: la pandemia, la guerra, l’esplosione demografica che rischia di ridestare i timori di Malthus e intanto alimenta flussi migratori crescenti, l’ambiente che non si riesce a curare, il debito che rischia di esplodere.
Un intreccio di problemi che sembrano sfuggire a ogni controllo e compromettere il futuro stesso dell’umanità.
Ma ci sarà un futuro? E quale?
In questo pamphlet scritto con lievitas l’autore passa in rassegna diversi scenari: il collasso globale, che cancella dal pianeta la nostra specie o ne produce una drastica regressione; il declino della civiltà liberaldemocratica, sostituita dall’egemonia delle autocrazie orientali; una ripresa della leadership occidentale; un mondo frammentato dove la stessa globalizzazione si fa asimmetrica. In questi tempi incerti una sola certezza: che del nostro futuro nelle democrazie si potrà liberamente discutere, nelle autocrazie si potrà solo subirlo. E non è una certezza da poco.
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