Un percorso a ritroso nella memoria quando, durante il fascismo, un aborto clandestino segna per sempre l’esistenza di molte persone
Giugno 2022, Berna. Maria Peduto sta allestendo un evento letterario nel circolo culturale creato dal padre, quando sulla tv passa il servizio sulla cancellazione negli Usa delle garanzie costituzionali per l’aborto.
Una notizia che le ricorda qualcosa, frasi ascoltate di nascosto quando era molto piccola sulla nonna italiana conosciuta appena.
Quella donna aveva fatto qualcosa di male, non sapeva altro.
Un percorso a ritroso nella memoria e in un diario del papà la riporterà indietro di 90 anni, all’epoca fascista quando un aborto clandestino segna per sempre l’esistenza di molte persone.
Il racconto è ispirato a un fatto di cronaca accaduto negli anni 30 in un minuscolo centro del Lazio e ha coinvolto un’intera comunità che, a dispetto delle leggi dell’epoca, ha assolto la “peccatrice”.
La protagonista di questa storia ha votato al referendum del 1981 per il mantenimento della legge 194.
Graziella Di Mambro, Giornalista professionista dal 1997, è caposervizio della giudiziaria nel quotidiano Latina Oggi, collabora con La Via Libera e con Articolo 21 di cui è responsabile per la legalità.
Ha vinto il Premio Giuntella 2014, il Premio Camilla 2021 e Premio Ambiente e Legalità 2022.
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